Ilaria, racconta il tuo sogno diventato realtà.
“Neige nasce tanto tempo fa nei sogni di una ragazzina adolescente che voleva cambiare il mondo con l’arte. All’epoca decoravo ceramiche, seguivo corsi di restauro dipinti su tela, mi cibavo di qualunque forma artistica, dal pianoforte, alla chitarra, alla poesia, alla pittura. I miei genitori, effettivamente, erano molto preoccupati per queste mie attitudini e, mio padre in particolare, fece in modo che restassero ben nascoste. Erano terrorizzati dalla mia poca costanza e dall’essere tremendamente “diversa” dalla massa. In realtà questa pulsione è stata tenuta a bada per 20 anni. E 20 anni sono tanti. In 20 da “dipendente con posto fisso e pensione assicurata”, prima nel settore Informatico e poi nella Grande Distribuzione settore arredamento, ho collezionato tanta frustrazione, ma tanta, tantissima esperienza. Quando è nata la mia prima figlia, Alice, 5 anni fa, ho iniziato a cucire, inizialmente perchè sentivo fortissima la pulsione di volerla avvolgere in qualcosa di mio: nacque così la mia prima trapunta. Poi piano piano è stato un crescere, un imparare, un disegnare il mio progetto intorno alle esigenze di Alice prima, e di Andrea due anni e mezzo dopo, e di tutti i bambini che mi circondavano. “Neige” altro non è che il mio cognome in francese, Neve. Ed è il nomignolo con cui spesso mio padre mi chiamava nelle mie esperienze artistiche. Proprio quel papà che questa vita, per me, non l’avrebbe mai voluta.
Neige nasce per davvero, come azienda e brand, 2 anni fa. Finalmente con un progetto ben preciso. Ed un fine: tutelare il mondo nell’infanzia, consentire ai bambini di muoversi liberamente avvolti dalla fantasia, alimentando la loro stessa creatività. Non posso vestire tutti, per molti sono “eccessiva” e la mia è stata una decisione forte, ripagata dal viso dei bambini difronte ai miei tessuti. Neige è nato per loro. 6 mesi fa ho lasciato quell’ultimo cordone che mi teneva legata alla vecchia vita: il posto fisso.”

Come vestono i bambini Neige? Quali caratteristiche hanno i modelli e i tessuti scelti?
“Come qualunque bambino vorrebbe vestire. Con la fantasia! Le grafiche che realizzo, che nascono molto spesso da collaborazioni con vere e proprie artiste, vengono accuratamente selezionate proprio dai bambini. I soggetti sono scelti da loro, dopodiché io mi concentro sui colori, sui pattern e sui supporti. Ma il vero lavoro è fatto proprio dai bambini. I modelli devono essere comodi, e rendere in qualche modo “giocoso” il capo. Possa esso essere double-face, o assolutamente eccentrico, o dalle linee morbide, le costanti fisse sono comodità e lavaggi semplici. Facendo sempre molta attenzione ai materiali utilizzati.“

Sei una mamma, lavoratrice e creativa, quali consigli daresti a chi come te, si è creata un brand tutto suo?
“Sono prima di tutto una mamma, lavoratrice ormai non riesco più a considerarmi. Sono una creativa, ho bisogno di creare per vivere e di vivere per creare. Da quando mi dedico solo a Neige, oltre che ai miei figli e mio marito, sono rinata. Non è un consiglio che darei a tutti. Non tutti sono pronti per il salto. E’ un salto cieco, senza possibilità di previsione e l’unico istinto fortissimo che ho sentito dentro di me quando ho iniziato ad utilizzare la parola “brand” è l’identità. Sembra una banalità ma non lo è. Oggi di creativi ce ne sono a bizzeffe, anche bravissimi, ma di IDENTITA’ ce ne sono poche davvero. Per cui il mio consiglio più sincero prima di avventurarsi in una cosa complicata come questa, è proprio quello di costruirsi una propria identità. E non si parla necessariamente di stile. Si parla di brand, di carattere, di personalità, di mission.“

L’artigianato e i pezzi unici per te quanto valgono?
“L’artigianato ha qualcosa di magico. Porta con sé una serie di energie empatiche che spesso fanno venire la pelle d’oca. Scelgo proprio cosi’ le mie collaborazioni, mi baso sull’empatia e su quanto questo o quel lavoro riesce a trasmettermi. Se è vivo. Il valore di un oggetto artigianale, soprattutto quando viene toccato ed elaborato da più mani, secondo me è inestimabile. Il complimento più bello che spesso ricevo è proprio questo: i miei prodotti sono “conduttori sani di energia”.“

La nuova collezione presentata al mondo creativo, descrivila nei suoi pezzi salienti.
“E’ stata una bellissima avventura. Ho adorato lavorare il jaquard, il modello dell’abito con gli angeli è stato il primo pezzo che ho progettato. Lo adoro perchè, a differenza della moda me e minime che adesso va tanto, io adoro fare esattamente il contrario: vestire gli adulti con occhi da bambina. Cosi’ come ho immaginato il piccolo Mattia, il mio piccolo modello, nella sua tuta con cavalieri e draghetti disegnati da Eleonora Musoni. Ed il completo con cappotto e maglia con le foglie verdi l’ho costruita su di me, grazie alle meravigliose foglie animate di Gianna Del Vecchio, vestendo Sara esattamente come mi vestirei io sentendomi totalmente a mio agio. Ho amato portare due artiste con me in sfilata perchè credo che la sinergia tra donne, nel campo artistico, possa generare cose meravigliose. Durante la sfilata mi sono resa conto di essere stata eccessiva e poco “diplomatica” nella scelta di modelli e fantasie, ma è esattamente quella la mia MISSION: l’ultima parola ai bambini! Sempre!”

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